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Cartociaia un porto sicuro per il quartiere fra tradizione e innovazione

25 Lug, 25 | La cartoleria del mese |

Nel 2022 Luca e Sonia hanno rilevato l’attività di una storica cartoleria nel cuore di Dergano, a Milano, scegliendo di utilizzare gli arredi originali come base per costruire una realtà all’insegna dell’innovazione e della creatività. Il tutto coltivando uno stretto legame con il quartiere e la comunità che lo anima.

Come è nata Cartociaia e come si è sviluppata nel corso degli anni?
Qui esisteva una bottega che era stata aperta indicativamente nella prima metà degli anni Cinquanta. Si trattava quindi di un negozio storico, con una grande tradizione alle spalle, che noi abbiamo deciso di onorare, apportando tutta una serie di innovazioni. Ad esempio abbiamo scelto di mantenere gli arredi originali, che sono molto belli e particolari, dandogli una “rinfrescata”. Il negozio prima era più scuro e buio, noi abbiamo cercato di renderlo più luminoso e più moderno, anche per quanto riguardo le modalità di esposizione degli articoli in vendita. Abbiamo sistemato anche la disposizione di alcuni spazi all’interno del negozio e per fare ciò ci siamo fatti aiutare da un designer che si occupa di retail. Prima di aprire abbiamo svolto una piccola indagine di mercato all’interno del quartiere, sfruttando il fatto che abitiamo proprio qui in zona. Abbiamo quindi chiesto alle persone che incontravamo, ai potenziali clienti cosa si aspettano di trovare in una cartoleria a livello di orari, prodotti e servizi. Basandoci sui risultati di questa indagine e sui primi tre mesi di apertura abbiamo sistemato gli spazi grazie alla collaborazione con lo studio Platform Design. Abbiamo poi realizzato il progetto insieme ad un artigiano falegname che già conoscevamo perché è un nostro amico e il risultato è quello che potete vedere oggi. Per noi la vera apertura è stata dopo la ristrutturazione, quando abbiamo potuto dare al negozio l’aspetto che volevamo, inaugurando un modo diverso di lavorare col quartiere. Già prima di rilevare la cartoleria avevamo personalmente e come famiglia un legame stretto con il quartiere e con le associazioni della nostra zona, ora questo rapporto si è rinsaldato ulteriormente.

Luca e Sonia, titolari della Cartociaia.

Qual è il vostro core business?
La nostra clientela è molto variegata e questa caratteristica si riflette sulla nostra offerta. Sulla cancelleria il nostro bacino di utenza principale sono le scuole del quartiere, pubbliche e private, primarie e medie. Poi stiamo cercando di ampliare la nostra offerta anche sul materiale artistico, perché non ci sono licei artistici qui vicino, ma tantissimi ragazzi che vivono qui fanno l’artistico e non abbiamo colorifici in zona. Da noi si possono trovare le carte da spolvero, i carboncini, gli sfumini, gli acquarelli professionali, carte particolari, gli acrilici, album di vario tipo. Abbiamo effettuato delle scelte precise anche per distinguerci, per avere una nostra identità. Sulla cancelleria abbiamo fatto meno scelte radicali, perché comunque la richiesta di quaderni, penne e altri articoli del genere è quella che viene dalle scuole del quartiere. Anche in questo settore però abbiamo fatto delle scelte molto personali, decidendo di offrire il più possibile l’opportunità di acquistare articoli sfusi e dando la possibilità di provare un po’ di tutto prima di acquistare. Per quanto riguarda, ad esempio, i taccuini dopo un po’ di ricerca abbiamo deciso di puntare su una piccola industria veneta che lavora artigianalmente, per proporre un tipo di articolo che non si trova nella Grande Distribuzione. Per scovare questi marchi particolari, spesso artigianali, facciamo tanta ricerca di mercato e ci facciamo anche consigliare da amici designer. Allo stesso tempo, dobbiamo stare molto attenti ai prezzi, perché non siamo a Porta Venezia o a Porta Romana. Bisogna riuscire a fare un compromesso tra il prodotto un po’ più ricercato, ma senza chiedere un esborso eccessivo. La nostra clientela prevalentemente abita in zona e ci raggiunge a piedi. La nostra concorrenza, oltre a Amazon, sono i bazar. Nel quartiere ce ne sono due, uno piccolo e uno grandissimo. Loro puntano tutto sul primo prezzo, noi puntiamo sul materiale più testato e sul fatto che conosciamo bene le scuole del quartiere quindi sappiamo perfettamente quali sono i materiali richiesti dalle maestre. Tante famiglie del quartiere sono straniere quindi spesso ci ritroviamo ad aiutare i genitori nell’acquisto, li supportiamo, per quanto ci è possibile.

Un discorso a parte merita la vostra sezione dedicata ai giochi. Ce ne parlate?
La scelta di quali giochi proporre in negozio è stata funzionale sicuramente al nostro gusto personale ma anche alle esigenze del mercato e del quartiere. Per quanto riguarda il gusto personale, cerchiamo di proporre dei giochi che siano “raffinati” dal punto di vista estetico ed educativo. Dal punto di vista del mercato, invece, non avrebbe senso metterci a lavorare sui marchi della Grande Distribuzione, che hanno dei minimi d’acquisto che per noi sono insostenibili, né provare a fare concorrenza ai bazar cinesi della zona quindi la nostra scelta è stata quella di posizionarci su un altro tipo di prodotto. La scelta poi dipende anche dal fatto che noi lavoriamo molto sul piccolo acquisto, come i regalini per le feste di compleanno, il presentino per l’amichetto quindi dobbiamo mantenere degli importi contenuti. Lavoriamo con questi punti fissi e cerchiamo di muoverci per variare all’interno di queste condizioni, anche perché il quartiere è questo, non abbiamo tanta clientela che arriva da fuori. Cerchiamo di muoverci con un po’ di fornitori per soddisfare tutti questi requisiti, variando il più possibile. Puntiamo abbastanza sui giochi da tavolo perché piacciono e coprono molte fasce d’età; sui giochi creativi perché sono coerenti con l’idea del negozio; poi vendiamo anche materiale per origami, per disegno; il gioco un po’ più didattico come puzzle, giochi scientifici,
giochi di costruzione e altro ancora. Proponiamo anche attrezzatura da bici come i campanellini perché ci teniamo molto al discorso della mobilità sostenibile e vogliamo che questo sia un aspetto che ci caratterizza anche agli occhi della clientela.

Quali servizi o iniziative speciali proponete alla clientela?
Una delle nostre iniziative che riscuote maggiore successo è la stoviglioteca. Si tratta di un kit completo di stoviglie in plastica lavabile da 36 coperti che prestiamo gratuitamente per le feste. Va restituito completo, non rovinato e naturalmente lavato. Si tratta di un’iniziativa basata sulla fiducia reciproca e vediamo che sta prendendo piede. In città esisteva già una stoviglioteca di un’associazione di Niguarda e dopo aver ristrutturato il negozio abbiamo deciso di proporre la nostra versione. Penso che attualmente siamo tra i pochissimi a proporre un servizio simile a Milano. Ci piaceva l’idea che questo progetto ci portasse ad interagire ancora di più con il quartiere. Spesso le nostre stoviglie vengono prese per feste di compleanno che si tengono in un parco qui vicino che è molto carino e in questo modo si evita il rischio che venga sporcato con rifiuti abbandonati dopo i festeggiamenti. Altro servizio particolare che ci sta caratterizzando ultimamente è la pompa pubblica per la bicicletta. Stiamo aspettando di sapere se sia possibile per noi diventare un punto di iscrizione alla FIA, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, che a Milano si chiama Ciclobby. Stiamo inoltre ospitando nella nostra vetrina delle sacche di materiale riciclato realizzate dalla Ciclofficina Sociale di Cormano che dà lavoro a detenuti con permesso in fase di reinserimento, a ragazzi disabili etc. Noi facciamo da tramite ospitando i loro prodotti ma poi tutto l’incasso va direttamente a loro e questa collaborazione rientra in un progetto più ampio di mobilità sostenibile e sociale. Naturalmente offriamo servizi tradizionali come la stampa anche su questi esistono alcune “corsie preferenziali”. Ad esempio qui dietro c’è una Comunità per minori non accompagnati e a loro facciamo prezzi diversi, consegniamo le stampe, cerchiamo di venirgli incontro. Poi offriamo servizi come rilegature con la spirale e plastificazione.

Cosa vi distingue dalle altre cartolerie e dalla concorrenza degli altri canali distributivi (e-commerce, grande distribuzione)?
Una nostra caratteristica distintiva è sicuramente il forte legame che abbiamo con il quartiere e la nostra disponibilità nei confronti delle persone che lo vivono tutti i giorni. Lavoriamo con altri negozi e associazioni del quartiere per fare rete, anche su problemi che riguardano tutti, come la pulizia delle strade, il non rispetto delle regole da parte degli automobilisti e altre tematiche. Parallelamente al nostro lavoro svolgiamo una serie di attività che ci portano ad essere al fianco di quella fascia di utenza che fa un po’ più fatica in certi ambiti, come può essere quello della burocrazia o del sistema scolastico. C’è chi non conosce bene la lingua, chi è arrivato in Italia da poco, chi ha difficoltà di altro tipo e più in generale ci sono persone che hanno bisogno di punti di riferimento. Noi ci rendiamo disponibili per offrire informazioni, chiarimenti e indicazioni, per quanto ci è possibile. Qui in quartiere ci sono alcuni porti sicuri e ci piace pensare che la cartoleria sia uno di questi. I bambini, ad esempio, sanno che se succede qualcosa possono venire qui da noi e troveranno sempre delle persone aperte e disponibili.

Se poteste dare un messaggio/fare una richiesta al mondo della cartoleria (colleghi cartolai, case produttrici ecc.), cosa direste?
Il nostro messaggio ai clienti è quello di fare sempre molta attenzione ai prezzi che trovano nella Grande Distribuzione. Noi facciamo un benchmarking, andiamo al bazar e all’Esselunga, che è il principale mercato di quartiere, e controlliamo i prezzi che propongono. I prezzi spesso sembrano casuali e cambiano in continuazione. Abbiamo notato che spesso se trovi un prodotto in offerta, ad esempio un album da disegno, quello stesso giorno però trovi gli evidenziatori o le gomme ad un prezzo maggiorato rispetto al solito. Per quanto riguarda i fornitori ce ne sono alcuni troppo insistenti. Pur conoscendo le dimensioni del nostro negozio e il nostro tipo di clientela cercano di venderci quantità di prodotti per noi ingestibili o se ad esempio chiediamo un certo tipo di astuccio insistono per proporci anche la bustina, la borraccia e il portachiavi, nonostante le nostre risposte negative. Più in generale sarebbe bello che ci fossero delle forme di tutela per aiutare i negozi e le piccole attività. Ci sono fornitori con cui lavoriamo molto bene perché hanno delle politiche chiare che li portano, ad esempio, a vendere solo ai negozi e mai su Amazon e questa è un tipo di gestione che permette ai negozi di funzionare. Non ha senso che un fornitore venda a me a certe condizioni e poi lo stesso prodotto lo ritrovo sotto costo su altri canali. Così non funziona, viene penalizzata la piccola attività e tra l’altro questo comportamento va anche a discapito del fornitore stesso che finisce con lo “svendere” la propria merce.

cartociaia.com

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